giovedì 4 agosto 2011

Mirapuri, Spirit Of Woodstock Festival



Ebbene, dopo il mio terzo anno di partecipazione, credo che sia finalmente giunto il momento di spiegare con esattezza cosa sia lo Spirit Of Woodstock Festival, anche se risulterà difficile conciliare la precisione da cronista navigato che mi contraddistingue (?) con la natura del festival di stanza a Coiromonte. Partire proprio dalla location per cercare di mantenere un minimo di filo logico in un post che al termine, secondo me, sarà sconnesso ed incongruente quanto Mirapuri stesso (o stessa) può essere un buono spunto; ed in fondo il bello di Mirapuri è anche l'essere superpartes rispetto alla logica, per cui fidatevi. Se non vi sta bene, la X là in alto a destra vi permetterà di debellare facilmente il problema di dover leggere queste righe.
Dicevamo dunque, la location. Coiromonte è un indubbiamente buco, un paesino abbarbicato sul fianco di una delle numerose colline che circondano il lago d'Orta; è abitato da ben 73 abitanti (stando ad una stima reperita su google) e, new entry di quest'anno, da un numero imprecisato di piccole cavallette dal colore verde/nero con la cattiva abitudine di defecare sulle tende da campeggio della gente. Questa piccola frazione vanta anche una manciata di casupole stipate fra di loro in maniera assurda -quasi mirino a congiungersi tutte in unica, gigantesca maxicasa-, una chiesa, un circolo che rappresenta l'unica fonte di intrattenimento del paese, una fonte d'acqua freschissima ("Chi beve a questa fonte ritorna a Coiromonte" campeggia a caratteri cubitali sopra i guizzi d'acqua) ed un albergo, dove si svolge il festival, gestito dalla famiglia e dallo staff di un curioso tizio di nome Michel Montecrossa.
Costui è un soggetto davvero singolare: di origine tedesca, compie un viaggio da giovane in India dove conosce un santone indiano, Sri Aurobindo, e sua moglie, tale Mira Alfassa detta La Madre (la creatrice del cosiddetto Yoga integrale). Michel si fa influenzare molto da questi due personaggi strani almeno quanto lui (e probabilmente anche di più), che sembrano estratti quasi da un clichè new age, e si convince che è necessario -ma che dico necessario- indispensabile creare una comunità chiamata Mirapuri, una specie di Mecca per l'uomo moderno in pace con i sensi e con il mondo, con una coscienza spirituale espansa, ed tutta una serie di altre cazzabubbole del genere. Per farlo mette su un albergo, un ristorante, un agriturismo macrobiotico ed altri mille centri che presi tutti assieme fanno il complesso di Mirapuri. Ma non finisce mica qua, che vi credete? Le stramberie di Montecrossa superano l'inimmaginabile e sfociano ogni anno nell'organizzazione di eventi variegati nella comunità di Mirapuri: si va dai festival musicali fino alla rassegne cinematografiche, passando per raduni spirituali, incontri di Yoga, ecc ecc. Praticamente un immenso apparato new age nel bel mezzo della provincia di Novara. Inverosimile! :D
Come avrete capito tutta questa pappardella gigantesca serviva ad introdurre l'evento musicale che da ben 19 anni (!) Michel Montecrossa organizza nel suo albergo: lo Spirit Of Woodstock Festival. Si tratta di una maratona musicale della durata di 10 giorni in cui la maggiorparte delle volte sono più numerose le persone sul palco che la gente giù ad ascoltare (eccezion fatta per i weekend dove la popolosità aumenta un pochino). Nonostante il seguito non foltissimo, il festival è organizzato piuttosto bene e mette a disposizione, oltre ad un ottima cucina bavarese, tre palchi di cui uno dedicato al gruppo di Montecrossa. Ah già, mi ero scordato di questo dettaglio: Michel Montecrossa ha anche un gruppo tutto suo, i Chosen Few (potete amnmirarli nella foto), che viaggia su sonorità cyber-rock, molto psichedelico. Ora, che cosa sia il cyber-rock di preciso non lo so, però ho appreso durante i tre anni trascorsi a Mirapuri che Michel Montecrossa and the chosen few DEVONO suonare 2 volte al giorno, all'apertura ed alla chiusura della serata di festival, il che, facendo un rapido calcolo, comporta ben 20 concerti spalmati per tutta la durata del festival.

Michel Montecrossa and The Chosen Few

Fosse quello il problema! Michel Montecrossa e i Chosen Few sono da una parte fenomenali, dall'altra ridicoli: fenomenali perchè si vede che ci credono, che vedono la musica in maniera diversa rispetto ai soliti standard, considerandola un mezzo di comunicazione e di elevazione dell'uomo; ridicoli perchè la musica sembra perennemente suonata in playback, i membri del gruppo sono agghindati in maniera oscena ed il pubblico è forse anche più squinternato della band stessa. Vi assicuro però che il risultato è pregevole. Soprattutto se si è sbronzi.
Scherzi a parte, il punto è proprio questo: Michel Montecrossa e la sua crew rispecchiano fedelmente lo spirito ed il bello del festival, e cioè l'essere "alla mano", senza pretese. Ci si va per divertirsi e sballarsi un pò, volendo anche per sentire un pò di musica anche se io onestamente non ricordo un solo gruppo tranne i Vortice di Nulla per cui sono sempre salito fino a Coiromonte, e che quest'anno ho pure mancato.
Questa natura gioviale e bonacciona del festival è sfociata in momenti topici non da poco nel corso dei miei tre anni di partecipazione, e voglio riportarvene qualcuno a mò di esempio del vero Spirit of Woodstock (l'ordine è cronologico, anche se non me la sento di garantire sulla veridicità della successione):

Anno 2009:
- Sulla strada per Coiromonte, si passa da un paese chiamato Vezzo. A me hanno dedicato un paese, al Grana un formaggio. Touchè, caro il mio Barone Conte;
- La prima visione di Michel Montecrossa sul palco, il livello di trash utopico dei membri del gruppo, il gasamento a mille con la canzone "Ja ja ja ja ja" (il titolo originale non l'ho mai scoperto);
- Luca che collassa in mezzo al prato delle tende, Ivo che continua a ripete senza sosta "Ma non è possibile! Un secondo prima era in piedi ed ora è morto! Non è possibile!", io, Stringhi e Giuli che trasciniamo il corpo inerme del Bandini sotto la tenda mentre inizia a piovviginare;
- L'arrivo, definibile quasi come attività paranormale, di una famiglia calabrese a mezzanotte, decisa a montare una tenda formato "Cattedrale di Notre Dame" esattamente davanti all'unico punto d'accesso al prato. Il panico del padre di famiglia all'incedere delle prime gocce d'acqua ed il tentativo disperato di stendere un telo cerato di 1m x 2 sopra quella tenda che avrebbe potuto contenere quantomeno la prua del Titanic. L'arrivo del temporale e l'urlo del bambino calabrese: "Papà! Papà! Ho il pigiama bagnato!", la consapevolezza di avere la tenda invasa dall'acqua e la fuga in macchina della famigliola del Sud, sconfitta da Mirapuri e dalla pioggia;
- Arianna che beve, beve, beve almeno quanto me, ma che purtroppo non detiene una vescica molto capiente, tanto che mi tocca alzarmi per accompagnarla a far pipì almeno 3 volte durante la notte, sotto l'acqua;
- L'urlo, alle prime luci dell'alba, proveniente dalla tenda davanti alla nostra, dove dormono Pagni e suo fratello: "Nooooooo! Nooooo, porco dio, nooooooooo! C'è acqua ovunque, porco dioooooo!", e la conseguente fuga nel tendone militare comunitario messo a disposizione da Michel.


Anno 2010 (l'anno con i ricordi più sfocati):
- La passeggiata per andare a vedere il Rainbow, covo di nudisti, sfociata in un naufragio nei boschi coiromontesi; alla fine s'è ritrovata la bussola e ci siamo diretti alla tre collinette (o montagnette, o quel cazzo che è) dove si possono vedere 5 laghi del Nord Italia contemporaneamente (quali però non lo ricordo più :D);
- Le bevute (e non solo) stesi sul cerato, il collasso di Carlo (cugino di Gio) ed il pianto disperato di quest'ultimo mentre si cercava di alzarlo per portarlo in tenda;
- La notte imbucati in albergo, inquietante accumulo di oggetti kitsch, CD e libri di Michel Montecrossa (ne ha prodotti una valanga);

Anno 2011
- Le settordicimila cavallette sul prato per il campeggio, la loro pessima abitudine di defecare (o sboccare?) nell'interstizio fra la fodera interna e quella esterna della mia tenda, ed Arianna che ogni due secondi strilla schifata: "Oddio, una cavalletta!";
- L'aperitivo, leggero, a base di bianchi sporchi. Chi lo sporca col Campari, chi con l'Aperol, resta il fatto che 7/8 giri a stomaco vuoto si accusano, eccome;
- Gli starlight e le foto gasevoli, il volo sciagurato di un giovane Icaro ed una macchina fotografica distrutta.


Avete inteso ora cos'è Mirapuri? Mirapuri è gas aperto!