sabato 5 febbraio 2011

Trenitalia si scusa per il disagio



Riporto oggi un testo scritto durante il maxi ritardo del treno di un paio di settimane fa, tornando da Milano. Per la cronaca, si trattò di un ritardo di 190 minuti. Godetevi le deliranti parole di quella giornata.

"La motrice è arrivata?
Questa è la domanda che tutti si fanno sul treno. S'è sentito lo "spintone" caratteristico dell'aggancio della motrice al treno ma ormai sarà passata mezz'ora e qua non s'è fatto manco mezzo centimetro. Abbiamo fatto più strada (circa 20cm, forse anche meno) quando il macchinista ha mollato i freni del treno, qualcosa come un oretta fa.
Ma facciamo ordine: siamo bloccati poco fuori Milano -vicini a San Giuliano- da circa due ore e mezza, dispersi nel nulla cosmico dell'interland milanese. Cosa sia successo esattamente a questo treno del piffero non si sa ... forse ha le batterie scariche dalle teorie più accreditate (non sapevo che i treni andassero a batterie come i cellulari, che gran innovazione). Ah, avrete notato un inusuale utilizzo della parola "piffero". Già, ho deciso di non essere volgare o scurrile nello scrivere questo blog, altrimenti non so dove potrei finire. Meglio essere pacato ed utilizzare termini adatti ad tutte le categorie di pubblico, come "pofferbacco", "accipicchia" ed il sempreverde "perdirindina".
"Andiamo a vedere se è arrivato il locomotore!", esterna disperato un altro pendolare. Non so come farà a vederlo, visto che siamo letteralmente murati dentro questo treno senza nemmeno la possibilità di usare i bagni.
Qualcuno (me e Cava) inizia ad avere le allucinazioni e scambia le luci della periferia milanese per il litorale del Garda. Dopo lo spostamento di 20cm, qualcuno si lancia e sostiene di vedere il lago di Como. Siamo alla follia.
Attenzione, alle ore 21:01 ci muoviamo! Come avrete capito è un articolo molto dinamico, si costruisce da solo mentre il treno compie le sue evoluzioni all'interno del reticolo dei binari. Vorrei tirare fuori qualche immagine romantica e scenografica, paragonando il treno ad un grande ragno che percorre un immensa ragnatela d'acciaio, ma stasera è veramente difficile.
La fantastica motrice (che ricordiamo c'ha messo quasi un ora per decidersi a partire dopo essersi attaccata al treno, per la serie "te lo appoggio ma con classe non spingo troppo") sta cercando (il condizionale è d'obbligo) di portarci a Tavazzano.
Nuovamente fermi. Perchè? Perchè cavolo siamo fermi, acciderbolina? Managgia la pupazza? Porca trota!
Forse ora siamo a Genova, osservando dal finestrino le luci opache. Sembra un porto. Non c'è nulla di romantico in tutto ciò.
Ora siamo ripartiti. La prossima tappa sarà Gardaland a quanto pare. Fermi di nuovo. Il tempo di scrivere le 8 parole della frase precedente. Cioè, vi rendete conto? Avremo fatto 10 metri! Quanti metri si fanno con 8 parole? Potrebbe essere una nuova unita di misura della velocità (o dello spazio? scusate, fatico a connettere). Il metro a parola. Mettete il copyright su questa cosa, farà strada.
Ora, meglio fare un precisazione finchè sono in tempo: scriverò non so fino a che punto, fino a che non arriverò a Tavazzano presumo, o fino a che non cadrò stremato sulla tastiera. La fame comincia ad attanagliare un pò tutti, la dimostrazione sta nel fatto che stiamo sviscerando ogni possibile argomento. In questo istante le attrazioni di Gardaland ... ma come siamo arrivati a questo?
Parliamo dei soggetti coinvolti in questo piccolo dramma. Allora, ci sono io, Ale Cava, Fabri, la Silvia Salini, Garo, Sandro, il Lodo e l'Alice. Meno male che siamo in tanti, almeno non si rischia di cadere in depressione ed a turno si tiene in piedi la conversazione alimentando un pò l'ottimismo. Se non fosse così probabilmente ci sarebbero stati già degli omicidi, ed i primi senza alcun dubbio sarebbero stati i fantabulosi dipendenti di Trenitalia.
Ora spengo, chissà come andrà a finire."

Com'è andata a finire? Siamo arrivati a Cremona circa alle 22e40 con il cartellone che segnava giust'appunto 190 (vedi foto). Mica male eh?